Addio a Luisito Suarez, simbolo della grande Inter

Nell’Inter conquistò tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Intercontinental

Roma, 9 luglio 2023 – Addio al regista della Grande Inter: si è spento all’età di 88 anni dopo una breve malattia Luisito Suarez, il centrocampista spagnolo di cui il Mago Helenio Herrera diceva ai suoi: “Se non sapete cosa fare, date palla a Suarez”.

“Il giocatore perfetto che, attraverso il suo talento, ha ispirato generazioni”, lo ha celebrato in un post il club nerazzurro che aveva tanto amato così come Milano, città in cui viveva da mezzo secolo tornando di rado nella sua Galizia.

Era ricoverato al Niguarda e negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate. Luis Suarez Miramontes, cresciuto nella bottega di macellaio del papà a La Coruña, arrivò in nerazzurro dal Barcellona, dove aveva vinto il Pallone d’Oro nel 1960 realizzando da centrocampista incursore 80 reti tra il 1954 e il 1961. Voluto a tutti i costi da Helenio Herrera, Angelo Moratti lo pago’ 300 milioni di lire, cifra record per l’epoca, e lui ripago’ l’Inter contribuendo a tre scudetti, due Coppe Campioni e due Coppe Intercontinentali, con 55 reti in 333 partite.

Fu il Mago a trasformarlo da mezzala in regista davanti alla difesa, capace di lanciare in contropiede con precise verticalizzazioni Jair e Mazzola, le due frecce dell’attacco. Elegante, dotato di grande tecnica e mobilità, era soprannominato ‘l’architetto’ per la precisione delle sue giocate. Lui stesso ammetteva di avere “diverse caratteristiche” in comune con Andrea Pirlo.

Con la maglia della Nazionale spagnola vinse gli Europei del 1964. Chiuse la carriera con tre stagioni alla Sampdoria. Poi tentò la strada di allenatore ma l’unica soddisfazione fu il trionfo da ct della Spagna Under 21 nel 1986: in finale batte’ l’Italia ai rigori. Con la nazionale maggiore fu invece eliminato agli ottavi a Italia ’90. Tre le sue esperienze sulla panchina dell’Inter, sempre di transizione: subentro’ all’ex compagno Enea Masiero nella stagione 1974-75, chiusa solo al nono posto. Poi due brevi ‘traghettamenti’ nel 1992 e nel 1995, fino alla chiamata di Massimo Moratti che lo volle come osservatore. In seguito era diventato un ospite frequente delle trasmissioni tv, sempre pronto a sdrammatizzare il calcio portando sorrisi e allegria.

Tantissime le espressioni di cordoglio per la scomparsa di Suarez: “Oltre a essere stato dirigente della mia Inter, Suarez e’ stato il più grande campione dell’Inter fino a quel momento”, le parole di Massimo Moratti, “ci ha fatto fare il salto di qualità. Era completo, eccezionale, con doti fuori dal normale, un passaggio al volo da cinquanta metri che non ho visto mai più fare a nessuno”. Per il presidente della Figc, Gabriele Gravina, “se ne va un monumento del calcio italiano e internazionale. Ha regalato perle di bellezza per tutti gli appassionati, ispirando generazioni di calciatori e tifosi”. “E’ un personaggio che lascia molto ai posteri. Aveva qualità umane che non si possono dimenticare”, lo ha ricordato l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta. “Leggenda del calcio. Leggenda del Barca”, ha twittato il Barcellona. Messaggi anche da tanti altri club italiani, dal Milan alla Sampdoria.

spagna

Adiós a Suárez, símbolo del gran Inter

En el Inter ganó tres campeonatos, dos Copas de Europa y dos Intercontinentales

Roma, 9 de julio de 2023 – Despedida del director del Grande Inter: Luisito Suárez, el centrocampista español del que hablaba el Mago Helenio Herrera a sus amigos, falleció tras una breve enfermedad a los 88 años: “Si no saber qué hacer, darle balón a Suárez”.

“El jugador perfecto que, a través de su talento, ha inspirado a generaciones”, celebró en un post el club nerazzurro al que tanto había amado como el Milán, la ciudad en la que vivió durante medio siglo, regresando pocas veces a su Galicia natal. .

Estuvo hospitalizado en Niguarda y en los últimos días su estado había empeorado. Luis Suárez Miramontes, que se crió en la carnicería de su padre en La Coruña, se incorporó a los nerazzurri procedente del Barcelona, ​​donde había ganado el Balón de Oro en 1960, anotando 80 goles como centrocampista ofensivo entre 1954 y 1961. Buscado en todos los gastos por Helenio Herrera, Angelo Moratti le pagó 300 millones de liras, una cantidad récord para la época, y le devolvió al Inter contribuyendo a tres Ligas, dos Copas de Campeones y dos Copas Intercontinentales, con 55 goles en 333 partidos.

Fue el Mago quien le transformó de centrocampista en mediapunta frente a la defensa, capaz de lanzar al contraataque con precisas verticalizaciones a Jair y Mazzola, las dos flechas del ataque. Elegante, dotado de gran técnica y movilidad, fue apodado ‘el arquitecto’ por la precisión de sus jugadas. Él mismo admitió que tiene “varias características” en común con Andrea Pirlo.

Con la selección española ganó la Eurocopa de 1964. Terminó su carrera con tres temporadas en la Sampdoria. Luego probó el camino de entrenador pero la única satisfacción fue el triunfo como seleccionador de España Sub 21 en 1986: en la final venció a Italia en los penaltis. Con la selección absoluta, sin embargo, fue eliminado en los octavos de final de Italia ’90. Tuvo tres experiencias en el banquillo del Inter, siempre en transición: reemplazó a su excompañero Enea Masiero en la temporada 1974-75, que finalizó sólo en el noveno puesto. Luego dos breves ‘ferries’ en 1992 y 1995, hasta la llamada de Massimo Moratti que lo quería como observador. Más tarde se convirtió en un invitado frecuente en las transmisiones de televisión, siempre dispuesto a restarle importancia al fútbol trayendo sonrisas y alegría.

Muchas expresiones de pésame por la muerte de Suárez: “Además de ser entrenador de mi Inter, Suárez fue el mayor campeón del Inter hasta ese momento”, palabras de Massimo Moratti, “nos hizo dar el salto de calidad. Fue completo, excepcional, con una habilidad extraordinaria, un pase de volea desde cincuenta metros que no he vuelto a ver hacer a nadie”. Para el presidente de la FIGC, Gabriele Gravina, “se va un monumento del fútbol italiano e internacional. Dio perlas de belleza a todos los aficionados, inspirando a generaciones de futbolistas y aficionados”. “Es un personaje que deja mucho para la posteridad. Tenía cualidades humanas que no se pueden olvidar”, recordó el director general del Inter, Beppe Marotta. “Leyenda del fútbol. Leyenda del Barça”, tuiteó el Barcelona. Mensajes también de muchos otros clubes italianos, desde el Milan hasta la Sampdoria.

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