Sarebbero già 11 i morti e centinaia i feriti negl scontri fra manfestati
Caracas, 3 agosto 2024 – Le contestazioni dei risultati del voto hanno avuto il supporto di diversi Paesi, dagli Stati Uniti all’Europa, che hanno chiesto la pubblicazione dei dati relativi a tutte le circoscrizioni elettorali. Se il presidente argentino Javier Milei si è rifiutato di riconoscere la rielezione di Maduro, altri sei Stati latino-americani – Cile, Costa Rica, Panama, Perù, Repubblica dominicana e Uruguay – hanno richiamato in patria i propri ambasciatori.
Cina Russia e Brasile
Tra le potenze che si sono congratulate con Maduro per la rielezione, invece, figurano Cina e Russia. Particolarmente cauto il Brasile, potenza di riferimento in Sudamerica: in una nota diffusa ieri dall’ufficio del presidente Luiz Inacio Lula da Silva si chiede la diffusione completa dei risultati elettorali come “passo indispensabile per la trasparenza, la credibilità e la legittimità dei risultati elettorali”.
Maria Claudia Lopez, capo della coalizione democratica in Italia
«Il vincitore delle elezioni in Venezuela è Edmundo Gonzalez Urrutia: abbiamo gli atti e fino al 73,2 dei registri, da cui emerge come sia irreversibile la vittoria del nostro presidente eletto, Urrutia. Anche nella lontana ipotesi che il resto dei registri dia il 100% di preferenze a Maduro, sarebbe impossibile invertire questo risultato. Dagli atti che abbiamo, infatti, risultano 2.750.256 preferenze per Maduro e 6.275.188 per il nostro presidente eletto». Così Maria Claudia Lopez, capo della coalizione democratica venezuelana in Italia, intervenuta nella conferenza stampa promossa nella sede di Forza Italia.
Secondo l’Oea il voto si è svolto “senza alcuna garanzia” e in molti casi si è verificata “una manipolazione dolosa del risultato elettorale, a volte in maniera molto rudimentale” e il conteggio delle schede non ha avuto la “minime condizioni di sicurezza e controllo”. “Il Dipartimento per la Cooperazione e l’Osservazione Elettorale (DECO) del Segretariato per il Rafforzamento della Democrazia (SFD) dell’OAS ritiene che, nelle circostanze attuali, i risultati annunciati dalla Commissione elettorale che proclamano vincitore Nicolás Maduro non possano essere riconosciuti”
Voto macchiato col sangue del popolo
E’ di almeno 11 morti, e decine di arresti, il bilancio delle proteste scoppiate nelle scorse ore in Venezuela, innescate dalla controversa rielezione di Nicolás Maduro alla presidenza. A fornire il bilancio è Foro Penal, un’organizzazione per i diritti umani. In un primo momento l’organizzazione aveva riferito della morte di un manifestante nello stato di Yaracuy, nel nord del Paese. Poi a livello locale è stata diffusa la notizia di altri due decessi. A questo bilancio si aggiunge quello comunicato dal ministero della Difesa che parla del ferimento di una ventina di membri tra le sue fila.
Freddy Superlano, coordinatore nazionale di Voluntad Popular, il partito d’opposizione venezuelano, è stato arrestato. Lo riferisce su X il partito stesso.
La leader dell’opposizione Maria Corina Machado, dichiarata ineleggibile dal governo e sostituita all’ultimo momento da Gonzalez, ha convocato manifestazioni per domani “in tutte le citta’” del paese per affermare “la vittoria storica” del suo candidato.
La dura repressione delle proteste da parte del presidente ha già provocato almeno 11 morti secondo le stime delle organizzazioni di diritti umani, mentre le autorità denunciano la morte di un soldato. Lo stesso Maduro ha minacciato chi non riconosce la sua vittoria di essere processato per “tradimento”, e di avere in programma l’apertura di nuove carceri per contenere tutti i “traditori”.
Dopo che il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha dichiarato di considerare sicura la vittoria dell’opposizione, con un vantaggio quantificabile in “milioni di voti”, Maduro ha chiesto che gli Stati Uniti non si immischino negli affari venezuelani.
Il Peru’ era stato il primo paese martedì a riconoscere Edmundo Gonzalez Urrutia come presidente eletto “legittimo”, spingendo Caracas a rompere le relazioni diplomatiche con Lima: oggi la presidente Dina Boluarte, ha difeso la “ferma posizione” del suo governo contro le “frodi elettorali in Venezuela”, commentando l’impegno della sua politica estera verso i principi di difesa di pace, liberta’ e democrazia.