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Minacce e aggressioni a imprenditore peruviano: due ai domiciliari

Prima le minacce, poi le aggressioni verbali e fisiche e il Suv dato alle fiamme

Bologna, 16 settembre 2023 – L’incubo di un 40enne peruviano, residente in città e corriere di una società di logistica e trasporti è finito grazie alle indagini dei carabinieri che hanno portato all’arresto (ai domiciliari) di un pachistano e un italiano.

La vittima è stata minacciata e aggredita, e questo perché un’azienda committente aveva preferito la su ditta a quella dei due concorrenti. Per questo i carabinieri del nucleo operativo di Borgo Panigale hanno eseguito nei confronti di un 39enne pachistano residente a Cento, nel ferrarese, e di un 34enne italiano residente a Bologna un’ordinanza con cui il gip ha disposto per entrambi la misura cautelare degli arresti domiciliari , per illecita concorrenza, minaccia o violenza.

Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura bolognese dopo gli accertamenti svolti dai militari su quanto accaduto la notte del 15 giugno in via della Fornace a Bologna, quando “ignoti hanno incendiato il Suv Audi Q7 dell’imprenditore peruviano, residente in città e corriere di una società di logistica e trasporti”.

Subito dopo il rogo “era stata trovata una bottiglia di plastica che emanava un forte odore di benzina”, e in seguito gli investigatori hanno scoperto che dietro all’incendio “c’era probabilmente una storia di rancori, dovuti al fatto che una grande società dell’industria automobilistica aveva preferito l’azienda dove lavora il 40enne peruviano a quella dei due indagati, anche loro attivi nella gestione delle spedizioni dei pezzi di ricambio auto nella zona a nord di Bologna”.

Da qui le violenze e le minacce nei confronti della vittima, che i due avevano “affrontato di persona la sera prima dell’incendio con frasi come: “Stai attento che ti rimangono pochi giorni, guarda che io ti ammazzo perché tu non sai chi sono io”. Il 31 luglio e l’1 agosto c’erano state altre minacce e aggressioni fisiche, e il 40enne “era stato costretto a recarsi al Pronto soccorso per farsi medicare le ferite, che in entrambi casi erano state giudicate guaribili in tre giorni”.

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