Edoardo Ferrari

La storia di Edoardo Ferrari: vince l’oro agli Italiani, lo rimette in palio e lo riconquista

Lo splendido gesto di fair play del giovanissimo atleta della Yama Arashi. «Non mi piaceva un successo a tavolino»

italia

Milano, 2 giugno 2022 – La bellissima storia dell’atleta Edoardo Ferrari (10 anni) della Yama Arashi. Il suo avversario è in ritardo, lui viene premiato ma all’arrivo dell’altro contendente chiede ai giudici di rimettere in palio la medaglia. Una medaglia che vale doppio. Anzi, qualcosa di più. L’ha vinta, e successivamente rivinta per la seconda volta, meritandosi gli applausi di tutti gli atleti ma soprattutto di ogni sportivo. Il giovane atleta di kickboxing, infatti, era in gara per il titolo tricolore nella categoria Young Cadet 10-12 anni al limite dei 32 chilogrammi nel Light Contact.

La storia

Edoardo Ferrari ha 10 anni e difende i colori della Yama Arashi: va a disputare i campionati italiani a Jesolo. In finale, nella sua categoria, si presenta da solo, perché l’avversario ha un problema legato al traffico e non riesce ad arrivare in tempo alla gara che assegna l’oro. Come previsto dal regolamento la vittoria viene assegnata a tavolino a Edoardo, che si mette in posa per le foto di rito e poi torna a sedersi fra il pubblico e a tifare per i suoi compagni di squadra.

Poi però viene a sapere che, seppure ben oltre l’orario previsto, il suo avversario è arrivato all’interno dell’impianto. Edoardo potrebbe continuare a festeggiare la sua vittoria, la normativa è molto chiara e non consente deroghe sui ritardi. Invece lui cosa fa? Si presenta dai giudici, consegna la medaglia e chiede di disputare l’incontro mettendo in palio una vittoria che aveva già in tasca. Così il piacentino si ripresenta sul tatami per giocarsi l’oro e lo rivince, questa volta in un vero combattimento, fra gli applausi di tutti gli spettatori.

Un gesto di fair play che vale almeno quando il titolo di campione italiano, una mentalità vincente insegnata dalla famiglia e dai tecnici della Yama Arashi che dimostrano di non guardare solamente al risultato sportivo ma alla crescita delle persone.

«Ho deciso di combattere – racconta lo stesso giovanissimo protagonista –  perché non ero molto soddisfatto di aver vinto a tavolino. Mi sembrava giusto dar la possibilità al mio avversario di giocarsi l’assalto, anche perché non era colpa sua quanto era accaduto. Il rischio di perdere? Certo, un dubbio mi era venuto, ma sentivo che già la scelta che avevo fatto in sé fosse come una vittoria. Poi sul tatami e sono riuscito a non pensare a quanto accaduto, concentrandomi unicamente sull’assalto ed è arrivata la vittoria anche sul campo».

«Sono valori le parole del direttore tecnico della Yama Arashi Gianfranco Rizzi – che trasmettiamo sempre in tutti i nostri corsi e non solo ai bambini, ma è altrettanto chiaro che non solo altri giovanissimi, ma anche adulti sarebbero stati molto in difficoltà nella sua situazione perché la posta in gioco era molto alta. Questo fa scuola, sicuramente rende onore a Edoardo, alla Yama Arashi e a tutti i suoi insegnanti, consci che possa essere di esempio per tutti».

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La historia de Edoardo Ferrari: gana el oro a los italianos, lo vuelve a poner en juego y lo reconquista

El espléndido gesto de juego limpio del jovencísimo atleta de Yama Arashi. “No me gustaba un éxito en la mesa”

Milán, 2 de junio de 2022 – La hermosa historia del atleta Edoardo Ferrari (10 años) de Yama Arashi. Su oponente llega tarde, es recompensado pero cuando llega el otro contendiente le pide a los jueces que le devuelvan la medalla como apuesta. Una medalla que vale el doble. Efectivamente, algo más. Lo ganó, y posteriormente lo volvió a ganar por segunda vez, mereciendo el aplauso de todos los atletas pero sobre todo de todo deportista. El joven atleta de kickboxing, de hecho, estaba compitiendo por el título italiano en la categoría Joven Cadete 10-12 años en el límite de 32 kilogramos en Light Contact.

La historia

Edoardo Ferrari tiene 10 años y defiende los colores de Yama Arashi: va a competir en los campeonatos italianos de Jesolo. En la final, en su categoría, se presenta solo, porque el contrincante tiene un problema de tráfico y no puede llegar a tiempo a la carrera que otorga el oro. Como prevé el reglamento, la victoria está asignada a Edoardo, que posa para las fotos habituales y luego vuelve a sentarse entre el público y animar a sus compañeros.

Pero luego se entera de que, aunque mucho después del tiempo programado, su oponente ha llegado al interior de la planta. Edoardo podría seguir celebrando su victoria, la legislación es muy clara y no permite excepciones por retrasos. ¿Qué hace él en su lugar? Se presenta a los jueces, entrega la medalla y pide jugar el partido regalando una victoria que ya tenía en el bolsillo. Así que el jugador de Piacenza vuelve a la lona para jugar por el oro y lo recupera, esta vez en una verdadera pelea, entre los aplausos de todos los espectadores.

Un gesto de juego limpio que vale al menos cuando se gana el título de campeón italiano, una mentalidad ganadora enseñada por la familia y por los técnicos de Yama Arashi que demuestran no solo mirar el resultado deportivo sino el crecimiento de las personas.

«Decidí luchar -dice el jovencísimo protagonistaporque no estaba muy satisfecho de haber ganado en la mesa. Parecía correcto darle a mi oponente la oportunidad de jugar el asalto, también porque no era su culpa lo que había pasado. ¿El riesgo de perder? Por supuesto, tenía una duda, pero ya sentía que la elección que había hecho en sí misma era como una victoria. Luego en el tatami y logré no pensar en lo que pasó, concentrarme únicamente en el asalto y la victoria también llegó en el terreno de juego”.

“Estos son valorespalabras del director técnico de Yama Arashi Gianfranco Rizzi que siempre transmitimos en todos nuestros cursos y no solo a los niños, pero está igualmente claro que no solo otros muy jóvenes, sino también los adultos. ha tenido muchas dificultades en su situación porque había mucho en juego. Esta es la escuela, sin duda honra a Edoardo, Yama Arashi y todos sus maestros, conscientes de que puede ser un ejemplo para todos».

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