Alterazioni metaboliche: intervista con la ricercatrice Michela Matteoli

La ricercatrice Michela Matteoli con “Matilda” alla scoperta delle disfunzioni del cervello che causano alterazioni metaboliche

matteoliMilano, 3 giugno 2022 – Con il progetto “Matilda” si è appena aggiudicata, nel campo delle Life Science, un ERC Advanced Grant, l’ambito finanziamento che lo European Research Council mette a disposizione di ricercatori esperti per promuovere il progresso scientifico. Stiamo parlando della prof.ssa Michela Matteoli, Responsabile del Neuro Center di Humanitas, direttrice dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e docente di Farmacologia di Humanitas University.

Quali sono i suoi principali interessi di ricerca?

Da sempre mi occupo di studiare le sinapsi, ovvero i contatti tra neuroni nel cervello. Più recentemente, ho iniziato a investigare le modalità con cui il sistema immunitario è in grado di influenzare i meccanismi sinaptici. Sono arrivata quindi ad interessarmi ad una particolare popolazione di cellule di tipo immunitario che abita il nostro cervello: la microglia, decisiva nel regolare diverse funzioni di quest’organo, incluso il numero di sinapsi presenti in esso. Negli ultimi anni, insieme al mio team di ricercatori, abbiamo dimostrato come la microglia riesca a controllare in modo corretto le sinapsi grazie ad una specifica proteina chiamata Trem 2. È proprio Trem 2 una delle grandi protagoniste del progetto “Matilda”.

Quali obiettivi ha il progetto “Matilda” e qual è la sua importanza?

L’obiettivo di questo studio è fare chiarezza su alcuni processi immunitari che sono attivi nel cervello e che potrebbero influire nella comparsa di disfunzioni metaboliche. Al centro del progetto c’è l’ipotalamo, ovvero la zona del cervello responsabile del controllo del nostro metabolismo: è proprio in quell’area che vogliamo capire se e come un’alterazione della microglia e di Trem 2 causi alterazioni della sinapsi e, di conseguenza, disfunzioni metaboliche. Queste patologie, soprattutto in età avanzata, sono molto comuni: la percentuale di uomini interessati va dal 7% al 34%, mentre quella delle donne va dal 5% al 22%. Se, anche grazie a “Matilda”, riuscissimo a dimostrare che la microglia ha un ruolo determinante nel controllo delle sinapsi e dei circuiti neuronali nell’ipotalamo e che, di conseguenza, un suo malfunzionamento può contribuire alla generazione di alterazioni metaboliche, allora potremmo provare a rimediare intervenendo direttamente sulle cellule microgliali. Si tratterebbe di un importante passo avanti nel trattamento di queste malattie.

Il suo lavoro è fatto di dedizione e costanza: cosa la motiva ad andare avanti e quali aspetti del lavoro le danno più soddisfazione?

Uno dei momenti più belli della vita di laboratorio è quando, insieme ai collaboratori più giovani, si mettono insieme i tasselli delle evidenze sperimentali e improvvisamente si delinea chiaramente la risposta alla domanda scientifica sulla quale magari abbiamo lavorato per mesi o anni. È un momento di condivisione magico, che ripaga dalle fatiche e dalle frustrazioni che questo lavoro necessariamente comporta. E poi vedere i giovani che fanno squadra, che sono entusiasti, che crescono e trovano la propria strada nella scienza… nessuna soddisfazione è maggiore di questa

spagna

Investigadora Michela Matteoli con “Matilda” para descubrir disfunciones cerebrales que provocan alteraciones metabólicas

Milan, 3 de junio de 2022  – Con el proyecto “Matilda” se acaba de otorgar una ERC Advanced Grant en el campo de las Ciencias de la Vida, el área de financiación que el Consejo Europeo de Investigación pone a disposición de investigadores expertos para impulsar el progreso científico. Hablamos de la Prof. Michela Matteoli, directora del Humanitas Neuro Center, directora del Instituto de Neurociencias CNR y profesora de Farmacología en la Universidad Humanitas.

¿Cuáles son sus principales intereses de investigación?

Siempre he estado involucrado en el estudio de las sinapsis, o contactos entre neuronas en el cerebro. Más recientemente, he comenzado a investigar cómo el sistema inmunitario es capaz de obtener mecanismos sinápticos. Luego me interesaron en una población particular de células de tipo inmune que habitan nuestro cerebro: la microglía, decisiva en la regulación de varias funciones de este órgano, incluida la cantidad de sinapsis presentes en él. A lo largo de los años, junto con mi equipo de investigadores, hemos demostrado cómo la microglía puede controlar correctamente las últimas sinapsis gracias a una proteína específica llamada Trem 2. Trem 2 es uno de los grandes protagonistas del proyecto “Matilda”.

¿Cuáles son los objetivos del proyecto “Matilda” y cuál es su importancia?

El objetivo de este estudio es esclarecer algunos procesos inmunitarios que están activos en el cerebro y que podrían influir en la aparición de disfunciones metabólicas. En el centro del proyecto está el hipotálamo, que es el área del cerebro responsable de controlar nuestro metabolismo: es precisamente en esa área donde queremos entender si y cómo queremos una alteración de la microglía y de Trem 2. altera la sinapsis y, en consecuencia, las disfunciones metabólicas. Estas enfermedades, sobre todo en la vejez, son muy comunes: el porcentaje de hombres afectados oscila entre el 7% y el 34%, mientras que el de mujeres oscila entre el 5% y el 22%. Si, también gracias a “Matilda”, pudimos demostrar que la microglía juega un papel decisivo en el control de las sinapsis y los circuitos neuronales en el hipotálamo y que, en consecuencia, su mal funcionamiento puede contribuir a la generación de alteraciones metabólicas, entonces podremos intentar remediar interviniendo directamente sobre las células microgliales. Este sería un gran paso adelante en el tratamiento de estas enfermedades.

Tu trabajo se compone de dedicación y constancia: ¿qué te motiva a seguir adelante y qué aspectos del trabajo te dan más satisfacción?

Uno de los mejores momentos de la vida en el laboratorio junto con colaboradores más jóvenes, juntamos las piezas de evidencia cuando experimentales y cuestionamos, la pregunta delinea claramente la respuesta científica que uno podría haber trabajado durante meses o años. Es un momento mágico de compartir, que retribuye los esfuerzos y las frustraciones que necesariamente conlleva este trabajo. Y luego ver jóvenes que hacen equipo, que se entusiasman, que crecen y se abren paso en la ciencia… no hay mayor satisfacción que esta.

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