Il proflo dove Stefania Castro scriveva di essere Giudice

Due donne si facevano pagare per permessi di soggiorno falsi

La truffatrice italiane è finita ai dimiciliari e l’altra con obbligo di firma. Almeno 50 le vittime

Genova, 28 gennaio 2024 – La Polizia di Stato, al termine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova, ha eseguito due misure cautelari nei confronti di due donne per i reati di truffa aggravata in concorso. Si tratta di  Martina Giudici (arresti domiciliari) e  Stefania Castro di origine ecuadoriana  (obbligo di residenza e presentazione quotidiana in Questura.

Nel corso dell’inchiesta la Squadra Mobile ha individuato numerose vittime del raggiro messo in atto dalle due persone donne le quali, spacciandosi per avvocatesse, ed in alcune circostanze anche per Magistrati, hanno procurato alle “clienti”, la maggior parte di origini sudamericane, in cambio di cospicue somme di denaro, certificazioni attestanti la cittadinanza italiana, che le vittime hanno in seguito scoperto essere fasulle.

L’indagine ha permesso di evidenziare come gli incontri tra le donne ed i “clienti”, per ingenerare negli stessi il convincimento della veridicità della pratica amministrativa, in alcune circostanze avvenivano nei pressi della Prefettura o del Tribunale, ma molto più spesso all’interno di falsi studi professionali riconducibili ad avvocati.

In particolare le due donne affittavano apposite location (studi professionali affittabili ad ore), in quartieri genovesi di prestigio, luoghi con reali postazioni di lavoro e addetti alla reception che ricevevano gli ignari clienti e li indirizzavano dagli “avvocati”, che firmavano gli atti rilasciati come avvocati di uno Studio Legale e Tributario Associato

Promettevano di far ottenere alle clienti i certificati di cittadinanza italiana o di accelerare le pratiche di ricongiungimento familiare, truffando circa 50 persone. Sono stati utilizzati anche documenti provenienti da uffici ministeriali e falsificati sigilli istituzionali. Il giro di truffe avrebbe generato almeno 70mila euro di profitti, ma gli inquirenti ritengono che il valore sia addirittura di più.

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile le vittime hanno pagato una cifra che oscilla tra i 500 e i 1.500 per pratica, ma in alcuni casi anche di più. Fra i truffati dalle due donne anche alcuni parenti. Una delle due donne ha truffato la moglie di un cugino che insieme al marito stava cercando di ottenere il diritto all’adozione presso il tribunale dei minori. E in un altro caso è anche riuscita a presentarsi per un interrogatorio presso il tribunale di Savona, ingannando il giudice.

Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era stata Martina Giudici a organizzare l’intero sistema di truffa, coinvolgendo Castro, ex compagna di liceo. Quest’ultima l’ha denunciata nel luglio 2022 – dopo che erano già arrivate denunce nei confronti di entrambe – dicendo di essere stata truffata e che Martina Giudici aveva ricevuto tutto il denaro. Per gli inquirenti e anche per il giudice istruttore Silvia Carpanini, però, le testimonianze delle vittime dicono che anche la Castro partecipava attivamente alle truffe spacciandosi per avvocato o assistente del giudice.

spagna

Dos mujeres cobraban por permisos de residencia falsos

Detenidas dos falsas abogadas, que prometían ciudadanía italiana rápida, una de ellas de origen sudamericano

Genova 28 de enero .- Después de una larga investigación , la policía de Génova a detenido a dos mujeres que se hacían pasar por abogadas o en otros casos magistrados, para ser más creíbles a sus clientes en su mayoría de origen sudamericano que eran recibidos en oficinas especiales en prestigiosos barrios genoveses, con verdaderos puestos de trabajo y empleados de recepción (Oficinas alquiladas por horas), quienes prometían a sus clientes , a cambio de una generosa suma, obtener certificados de ciudadanía italiana más rápido o acelerar las prácticas de reunificación familiar. que al final resultaron ser totalmente falsos , casi 50 personas han sido estafadas

También utilizaron documentos de oficinas ministeriales y sellos institucionales falsificados, elementos todos ellos que, combinados con bufetes de abogados falsos, engañaron a muchas personas y generaron ganancias de más de 70 mil euros, pero los investigadores piensan, mirando las transferencias, que el valor es aún más.
A las dos detenidas Martina Giudici italiana , la medida es de arresto domiciliario y para Stefania Castro de origen ecuatoriana, la obligación de residencia y presentación diaria ante la Jefatura de Policía Judicial.

Los ciudadanos desprevenidos, gracias a los contactos que Stefania Castro hacía alarde en su comunidad, habían traído los documentos necesarios y pagado las sumas solicitadas, después de algunos meses , recibieron los “certificados de ciudadanía”, que sin embargo resultaron ser papel falso.y sólo cuando, meses después, acudieron a la Municipalidad o a la Prefectura para preguntar en qué etapa se encontraba el su práctica descubrieron la estafa.

Según lo reconstruido por los policías del escuadrón volante, pagaron en efectivo o mediante depósito a nombre de una de las dos mujeres, una cifra que oscila entre 500 y 1.500 por expediente, pero en algunos casos incluso más. Actuaron durante meses, desde octubre de 2021 hasta mayo de 2022.

Entre los muchos estafados, también se encontraban algunos familiares de las dos. A Martina Giudici, por ejemplo, le entregó dinero una mujer, esposa de un primo de la pareja de la estafadora, que junto con su marido intentaban obtener el derecho a la adopción en el tribunal de menores. Y en otro caso, Giudici también logró presentarse para un interrogatorio ante el tribunal de Savona, engañando al juez y al canciller como defensores de una persona arrestada y entre otras cosas, provocando que la medida cautelar caducara. También hubo varios familiares defraudados de la propia Stefania Castro.

Según reconstruyeron los investigadores, fue Martina Giudici quién había organizado todo el sistema de estafa, involucrando a Castro, una ex compañera de secundaria. Esta último la denunció en julio de 2022 -después de que ya se hubieran recibido denuncias contra ambas- diciendo que había sido engañada y que Martina Giudici había cobrado todo el dinero.

Para los investigadores y también para la jueza de instrucción Silvia Carpanini, sin embargo, los relatos de las víctimas dicen que Castro también participó activamente en las estafas haciéndose pasar por abogada o asistente de juez.

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