Cuba, con la riforma economica scompare il libretto di approvvigionamento. E’ in vigore dal 1963

L’Avana, 9 ottobre. – Il presidente ha anche inviato un messaggio di rassicurazione a cubani e stranieri che hanno conti bancari nel Paese, affermando che i loro risparmi saranno rispettati sia quelli in moneta locale, sia in quelli in valuta estera. Cuba, che soffre di un deficit cronico nella bilancia dei pagamenti, è immersa in una grave crisi economica esacerbata dalla pandemia COVID-19 – che ha azzerato il turismo – e dall’inasprimento delle sanzioni commerciali e finanziarie degli Stati Uniti negli ultimi due anni. La conseguenza più visibile della crisi è la carenza di prodotti alimentari, articoli da toilette e medicinali, che sono scomparsi dagli scaffali dei negozi statali in valuta locale e in molti casi non si trovano nemmeno nei negozi che pagano in valuta estera. In questa situazione, il Governo ha adottato la strategia a breve termine della raccolta di valuta estera con tutti i mezzi, mentre a medio e lungo termine sta cercando di accelerare le riforme economiche in corso da anni, tra cui l’unificazione monetaria o l’eliminazione dei sussidi di carattere universale, come appunto il portafoglio di approvvigionamento. Creato nel 1962 e istituita ufficialmente un anno dopo, il libretto fornisce a tutti i cubani – indipendentemente dal loro reddito – un regolare approvvigionamento di beni di prima necessità, anche se questi non sono sufficienti, per cui i cittadini devono ricorrere ad altri mezzi di sostentamento.

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