Perù: è sciopero generale contro il governo

Dopo il golpe e l’arresto dell’ex presidente Castillo sono oltre 50 i manifestanti morti in un mese di proteste e centinaia i feriti

Lima, 16 gennaio 2023 – Ai peruviani qualcosa non quadra: ormai da oltre un mese contestano il Governo della presidente Dina Boluarte insediatosi dopo la destituzione e l’arresto dell’ex presidente Castillo, accusato di golpe. Un’accusa che non convince gran parte della popolazione. Nonostante lo stato di emergenza introdotto dal governo durante il fine settimana in varie zone del sud del Perù, infatti, molte migliaia di manifestanti hanno deciso di trasferirsi nelle prossime ore a Lima per proseguire la protesta antigovernativa e organizzare una marcia denominata ‘de los Cuatro Suyos’.

Ieri sera l’ufficio del Difensore civico peruviano ha reso noto che un uomo è deceduto a Moyobamba, nella regione di San Martín, in un incidente stradale legato alle proteste. Questo porta a 50 il numero dei morti dal 7 dicembre, quando è cominciata la mobilitazione popolare seguita alla destituzione del presidente Pedro Castillo. Il Sutran, organismo statale che sorveglia la circolazione stradale in Perù, ha confermato ieri che erano attivi oltre 100 i blocchi stradali organizzati dai manifestanti su numerose vie di comunicazione in una decina di regioni meridionali peruviane.

Di fronte alla decisione del governo della presidente Dina Boluarte di rispondere solo con il dispiegamento delle forze dell’ordine alle richieste dei movimenti sociali ed etnici (aymara e quechua) – scioglimento del Parlamento, dimissioni della presidente, immediate elezioni generali e rilascio di Castillo – questa settimana Lima tornerà ad essere il centro della mobilitazione popolare. Già sabato e ieri gruppi di persone hanno manifestato nella capitale, ma nei prossimi giorni almeno 50.000 persone, provenienti da varie regioni, dovrebbero partecipare alla seconda edizione della marcia ‘de los Cuatro Suyos’. La prima fu organizzata nel 2000, quando migliaia di persone si radunarono a Lima per protestare contro una nuova vittoria elettorale del presidente Alberto Fujimori, considerata frutto di brogli.

Il 19 gennaio sarà sciopero generale

La Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp), principale organizzazione sindacale peruviana, ha indetto per il prossimo 19 gennaio uno sciopero nazionale contro il governo. Alla luce del gran numero di vittime nelle proteste in atto nel Paese da oltre un mese, attraverso le sue reti sociali la Cgtp ha invitato «la classe operaia e il popolo peruviano a partecipare attivamente al grande sciopero nazionale, civico e popolare del 19 gennaio 2023».

Lo sciopero, si precisa, è indetto in particolare per chiedere «le dimissioni della (presidente della repubblica) Dina Boluarte e dei vertici del Parlamento». Secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto di studi peruviani (Iep), pubblicato ieri, il 71% degli intervistati considera negativo il governo di Dina Boluarte e l’88% disapprova il comportamento del Parlamento. Lo sciopero è stato annunciato allorché i movimenti sociali che hanno animato finora la protesta nel sud del Paese hanno deciso di trasferire decine di migliaia di manifestanti a Lima per la seconda edizione della marcia ‘de Los Cuatro Suyos’ per chiedere, oltre alla rinuncia di Boluarte, lo scioglimento del Parlamento, immediate elezioni anticipate e il rilascio dell’ex presidente Pedro Castillo dal carcere.

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