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In Brasile parte ricerca su Cannabis per cura Long Covid

Una ricerca per testare su 1000 pazienti l’utilizzo di uno dei principi attivi della cannabis, il cannabidiolo, o Cbd, nel trattamento del Long Covid, verrà realizzato dall’Instituto do Coracao (Incor), in Brasile.

Milano, 7 settembre 2021 – Come riporta l’agenzia di stampa Dire, lo studio, il primo di questo tipo al mondo, potrà contare sull’appoggio di altri ospedali e istituti di ricerca del Paese sudamericano, sia pubblici che privati. Il Covid-19 è considerato dagli esperti una patologia sistemica: questo significa che può colpire diversi organi del corpo e non solo i polmoni come si credeva inizialmente. Long Covid è invece il termine utilizzato per definire un insieme di disturbi e complicazioni che alcune persone hanno manifestato dopo aver contratto la malattia e dopo essere formalmente guariti. In genere le persone interessate da questo fenomeno hanno un decorso della patologia breve con dei sintomi abbastanza intensi. Dopo il miglioramento del quadro clinico i pazienti presentano però delle complicazioni e degli strascichi che possono durare anche settimane o mesi.

Stando a quanto emerge da un ricerca della ong Fair Health, su due milioni di cittadini americani infettati dal virus, il 23 per cento ha dovuto far ritorno dal medico un mese dopo la positività a causa di alcune conseguenze a più lungo termine della malattia. Alcune di queste, stando a quanto riferiscono specialisti concordanti, sono frutto del persistere di una esagerata risposta immunitaria, che causa un disequilibrio nella produzione di alcune proteine del sistema di difesa del nostro corpo. Il ricercatore Edimar Bocchi, coordinatore dello studio che verrà realizzato da Incor, definisce questo tipo di reazione “tempesta infiammatoria”.

Il cbd è un principio attivo della cannabis che non ha effetti psicotropi e che può essere utilizzato come antinfiammatorio nella prevenzione e nel trattamento delle malattie polmonari. Oltre a questo, possiede diversi altri effetti terapeutici provati scientificamente. La ricerca, che ha una durata prevista di tre mesi, mira a scoprire se il cannabidiolo può essere in grado di equilibrare le proteine che regolano la risposta immunitaria, così come avviene appunto con altre malattie. “Non esiste nessun altro studio al mondo rispetto al possibile uso del Cbd per questa patologia cronica”, ha spiegato Bocchi alla rivista Jovem Pam. “Inoltre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha indicato i trattamenti per il Long Covid come una priorità, a causa della sua alta incidenza. Dato che il cannabidiolo si è già dimostrato efficace in altri modelli, esiste una ragione per credere che si possa utilizzare anche con questo tipo di popolazione di pazienti”.

Comienza en Brasil una investigación sobre Cannabis para el tratamiento Long Covid

Una investigación para probar en 1000 pacientes el uso de uno de los ingredientes activos del cannabis, el cannabidiol o Cbd, en el tratamiento de Long Covid, será realizada por el Instituto do Coracao (Incor), en Brasil.

Milán, 7 de septiembre de 2021 – Según informa la agencia de noticias Dire, el estudio, primero en su tipo en el mundo, podrá contar con el apoyo de otros hospitales e institutos de investigación del país sudamericano, tanto públicos como privados. Los expertos consideran que el Covid-19 es una enfermedad sistémica: esto significa que puede afectar a diferentes órganos del cuerpo y no solo a los pulmones como se creía inicialmente. Long Covid, por otro lado, es el término que se utiliza para definir un conjunto de dolencias y complicaciones que algunas personas han experimentado después de contraer la enfermedad y después de haber sido curadas formalmente. Generalmente, las personas afectadas por este fenómeno tienen un curso corto de la enfermedad con síntomas bastante intensos. Sin embargo, tras la mejora del cuadro clínico, los pacientes presentan complicaciones y secuelas que pueden durar incluso semanas o meses.

Según lo que surge de una investigación de la ONG Fair Health, sobre dos millones de ciudadanos estadounidenses infectados con el virus, el 23 por ciento tuvo que volver al médico un mes después de la positividad debido a algunas consecuencias a más largo plazo de la enfermedad. Algunos de estos, según informan los especialistas concordantes, son el resultado de la persistencia de una respuesta inmune exagerada, lo que provoca un desequilibrio en la producción de algunas proteínas del sistema de defensa de nuestro organismo. El investigador Edimar Bocchi, coordinador del estudio que realizará el Incor, define este tipo de reacción como una “tormenta inflamatoria”.

El CBD es un ingrediente activo del cannabis que no tiene efectos psicotrópicos y puede usarse como antiinflamatorio en la prevención y el tratamiento de enfermedades pulmonares. Además de esto, tiene varios otros efectos terapéuticos científicamente probados. La investigación, que se espera tenga una duración de tres meses, tiene como objetivo averiguar si el cannabidiol puede equilibrar las proteínas que regulan la respuesta inmunitaria, como ocurre con otras enfermedades. “No hay otro estudio en el mundo sobre el posible uso del CBD para esta enfermedad crónica”, explicó Bocchi a la revista Jovem Pam. Además, la Organización Mundial de la Salud (OMS) ha indicado los tratamientos para Long Covid como una prioridad, debido a su alta incidencia. Dado que el cannabidiol ya ha demostrado su eficacia en otros modelos, hay motivos para creer que también se puede utilizar con este tipo de población de pacientes “.

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