Cecilia Hazana Loayza
Cecilia Juana Hazana Loayza

Il 6 dicembre l’ultimo saluto a Juana, ammazzata dall’ex compagno  

Lasciata sola e uccisa dopo una serata in compagnia degli amici. Il 6 dicembre l’ultimo saluto a Juana, la giovane donna peruviana ammazzata a Reggio Emilia dall’ex compagno

Reggio Emilia, 2 dicembre 2021 – Si terranno lunedì prossimo, 6 dicembre, i funerali di Cecilia Juana Hazana Loayza, la giovane donna 34enne di origine peruviana, ammazzata la notte fra il 19 e 20 novembre dall’ex compagno, Mirko Genco, 24enne residente a Parma finito arrestato dai carabinieri poche ore dopo il delitto.
L’amministrazione comunale di Reggio Emilia ha deciso di sostenere le spese del funerale e sono in corso le pratiche per dare un aiuto al figlio della donna di appena un anno e mezzo e alla mamma della vittima. La funzione religiosa si dovrebbe celebrare nella chiesetta di Coviolo alle 9.

Cecilia Juana ammazzata mentre rientrava  a casa
Aveva trascorso una serata con amici in un locale della città poi ha fatto ritorno a casa. Il suo percorso prevedeva l’attraversamento di un parco cittadino, quello di via Patti. E’ qui che l’ex compagno, Mirko Genco, le ha teso un agguato: l’ha aspettata e dopo averla aggredita l’ha sgozzata con un coltello, rinvenuto successivamente dai carabinieri sempre nel parco di via Patti. Non è escluso che la giovane donna abbia anche subito violenza sessuale prima di venire ammazzata.

Un femminicidio che doveva essere evitato. Juana lasciata sola
Juana quella sera era stata in un locale con degli amici ma qualcosa l’aveva turbata. Si stava divertendo ed ha postato una foto, una immagine di allegria dopo tanta sofferenza. Il suo ex compagno appena notata la foto si è fatto prendere da una  esplosione di gelosia, quella malata e insana che già aveva portato in carcere Mirko Genco. Uno stalker pronto a beccare il primo post pubblicato della sua ex e a saltare in auto. Da Parma ad  arrivare a Reggio Emilia è un attimo. Lui quella sera ha iniziato a tempestarla di messaggi e la la chiamava a ripetizione. Ma lei non ha voluto rispondere. Ha condiviso le perplessità e le paure con i suo amici ma poi a fine serata è andata a casa. Da Sola. Ed ha incontrato il suo carnefice.

Mirko Genco, l’assassino scarcerato e libero di nuocere
Nelle carceri italiane, raccontano le leggende metropolitane, chi se la prende con donne e bambini solitamente viene messo nei reparti speciali, cosiddetti protetti,  per evitare che i detenuti facciano giustizia sommaria. Giusto. Sarebbe una barbarie. La violenza non deve chiamare violenza. Deve essere la giustizia ordinaria a punire.
M la giustizia ordinaria, le leggi vigenti, invece? Non hanno funzionato visto che un uomo di 24 anni che aveva già stalkerizzato una precedente fidanzata e la stessa  Juana lo aveva già denunciato in passato e proprio grazie al suo coraggio era stato condannato a due anni di galera che aveva patteggiato. Mirko Genco scarcerato da poco era libero, libero nuovamente di avvicinarsi alla casa di Juana e l’ha ammazzata. E anche le istituzioni hanno fallito, senza se e senza ma.

Juana è stata ammazzata pochi giorni prima della giornata contro le violenze sulle donne
Il giovane killer si trova attualmente in carcere dopo essere stato arrestato all’indomani dell’omicidio. Rischia l’ergastolo. Deve rispondere di omicidio pluriaggravato (futili motivi, minorata difesa della vittima e recidiva per lo stalking nei confronti della stessa donna), violenza sessuale, porto abusivo d’armi, violazione di domicilio e furto delle chiavi utilizzate per salire nell’abitazione di lei e prendere il coltello col quale poi successivamente l’ha colpita alla gola.
Juana è stata nei giorni scorsi simbolo della lotta contro i femminicidi ma purtroppo è destinata a diventare solo un numero, insieme alle oltre cento donne ammazzate quest’anno solo in Italia (nel mondo sono migliaia le vittime di femminicidi) e non si contano le donne che vengono picchiate, malmenate, offese, ingiuriate, rinchiuse o segregate in casa, private della loro libertà, umiliate avanti ai loro figli e spesso pubblicamente anche sui posti di lavoro.

Il 25 novembre scorso Monica Cavlache, giornalista di Vision Latina, ha organizzato una ricordo delle donne vittime di violenza. Per Juana e per la sorella Ximena ammazzata in Ecuador un mese prima anche lei dall’ex compagno. Un momento di condivisione in rete al quale hanno partecipato decine di associazioni, blogger, canali d’informazione e alla quale abbiamo preso parte anche noi del Tg latino. Un incontro dal quale sono emerse le problematiche che vanno afferrate per combattere questo male. Molte ormai sono sono ben note ma è bene ricordarle.
Leggi certe e intervento rapido della giustizia.
Aiuto alle donne che denunciano (un sussidio economico e un posto dove andare a vivere anche con i figli
Percorsi per garantire una indipendenza economica alle donne e una crescita di formazione e istruzione.
E infine, visto che nel 2021 ancora una donna non è libera di vestirsi come vuole e di tornare da sola a casa di notte non lasciamole sole. Se si esce in compagnia accompagniamo a casa.
Poi ovviamente c’è tutto un percorso di prevenzione che deve partire dai giovani, dalle scuole, nelle università  e poi sui posti di lavoro.

Juana quella notte è stata lasciata sola, non solo dalla giustizia.
Scusa Juana se ti abbiamo lasciato sola, scusate donne perché ancora oggi viviamo in un modo che sa amare. E iniziamo a recitare il mea culpa, ognuno di noi, perché tutti siamo responsabili, Nessuno escluso compreso chi scrive.

spagna

El 6 de diciembre último adiós a Juana, asesinada por su expareja

Dejada sola y asesinada después de una velada con amigos. El 6 de diciembre último adiós a Juana, la joven peruana asesinada en Reggio Emilia por su expareja

Reggio Emilia, 2 de diciembre de 2021 – El próximo lunes 6 de diciembre, funeral de Cecilia Juana Hazana Loayza, la joven de 34 años de origen peruano, asesinada en la noche del 19 al 20 de noviembre por su expareja, Mirko Genco, un residente de Parma de 24 años terminó arrestado por los carabinieri pocas horas después del crimen.
La administración municipal de Reggio Emilia ha decidido sufragar los gastos del funeral y están en marcha los trámites para ayudar al hijo de la mujer de apenas año y medio y la madre de la víctima. La función religiosa debe celebrarse en la iglesia de Coviolo a las 9.

Cecilia Juana asesinada mientras regresaba a casa
Había pasado una noche con amigos en un club de la ciudad y luego regresó a casa. Su recorrido consistía en cruzar un parque de la ciudad, el de via Patti. Es aquí donde su expareja, Mirko Genco, la emboscó: la esperó y tras agredirla le cortó el cuello con un cuchillo, que luego encontraron los carabineros en el parque de via Patti. No se excluye que la joven también sufrió violencia sexual antes de ser asesinada.

Un feminicidio que había que evitar. Juana se quedó sola
Juana esa noche había estado en un club con unos amigos pero algo la había molestado. Se estaba divirtiendo y publicó una foto, una imagen de alegría después de tanto sufrimiento. En cuanto su expareja se percató de la foto, lo atrapó una explosión de celos, la enferma y demente que ya había llevado a la cárcel a Mirko Genco. Un acosador listo para captar la primera publicación publicada de su ex y subirse a un automóvil. De Parma a Reggio Emilia es un instante. Esa noche comenzó a llenarla de mensajes y la llamó una y otra vez. Pero ella no quiso responder. Compartió sus perplejidades y temores con sus amigos, pero luego, al final de la noche, se fue a casa. Solo. Y conoció a su verdugo.

Mirko Genco, el asesino liberado de prisión y libre de daños
En las cárceles italianas, cuentan las leyendas urbanas, quienes se desquitan con mujeres y niños suelen ser colocados en pabellones especiales, los llamados protegidos, para evitar que los reclusos hagan justicia sumaria. Derecha. Sería bárbaro. La violencia no tiene por qué llamar violencia. Debe ser la justicia ordinaria para castigar.
M justicia ordinaria, ¿leyes vigentes en su lugar? No funcionaban ya que un hombre de 24 años que ya había acosado a una novia anterior y la propia Juana ya lo habían denunciado en el pasado y gracias a su valentía lo habían condenado a dos años de prisión que había negociado. Mirko Genco recién liberado de la prisión quedó libre, libre nuevamente para acercarse a la casa de Juana y asesinarla. E incluso las instituciones han fallado, sin peros ni peros.

Juana fue asesinada unos días antes de la jornada contra la violencia contra la mujer
El joven asesino se encuentra actualmente en prisión después de ser arrestado a raíz del asesinato. Se enfrenta a cadena perpetua. Debe responder por homicidio múltiple (causas inútiles, defensa deteriorada de la víctima y reincidencia por acecho a la misma mujer), violencia sexual, porte ilegal de armas, allanamiento y robo de las llaves con las que se metió en su domicilio y se llevó el cuchillo con el que luego, posteriormente, la golpeó en la garganta.
Juana ha sido un símbolo de la lucha contra los feminicidios en los últimos días pero lamentablemente está destinada a ser solo un número, junto a más de cien mujeres asesinadas solo este año en Italia (en el mundo hay miles de víctimas de feminicidios) y allí no se cuentan las mujeres que son golpeadas, golpeadas, ofendidas, maltratadas, encerradas o segregadas en el hogar, privadas de su libertad, humilladas frente a sus hijos y, a menudo, públicamente incluso en el lugar de trabajo.

El pasado 25 de noviembre Mónica Cavlache, periodista de Vision Latina, organizó un recuerdo a las mujeres víctimas de violencia. Para Juana y su hermana Ximena asesinadas en Ecuador un mes antes también por su expareja. Un momento de compartir en la red en el que participaron decenas de asociaciones, bloggers, canales de información y en el que también participamos con el Tg Latino. Un encuentro del que surgieron los problemas que hay que abordar para combatir este mal. Muchos son ahora bien conocidos, pero es bueno recordarlos.
Leyes fiables y rápida intervención judicial.
Ayuda para las mujeres que reportan (un subsidio económico y un lugar para vivir incluso con niños
Caminos para garantizar la independencia económica de las mujeres y el crecimiento en la formación y la educación.
Y finalmente, dado que en 2021 una mujer todavía no es libre de vestirse como quiera y de irse sola a casa por la noche, no la dejemos sola. Si sales en compañía te acompañamos a casa.
Luego, por supuesto, hay todo un proceso de prevención que debe comenzar con los jóvenes, de las escuelas, universidades y luego en el lugar de trabajo.

Juana se quedó sola esa noche, no solo por la justicia.
Lo siento Juana si te dejamos sola, lo siento mujeres porque aún hoy vivimos de una manera que sabe amar. Y comenzamos a recitar el mea culpa, cada uno de nosotros, porque todos somos responsables, sin excluir a nadie incluido el escritor.

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