Elezioni Ecuador

Elezioni Ecuador: Arauz con i terroristi? Gli uccelli lo scagionano

Quito, 17 febbraio 2021 – Il 7 febbraio si sono svolte le elezioni dell’Ecuador che hanno visto il candidato della lista 1-5, Andrés Arauz (Unes), ottenere una maggioranza relativa con il 32,71% dei voti; seguito quasi a pari merito dalla lista 18 del conservatore Guillermo Lasso (Creo-Psc), che ha ottenuto il 19,74% e dalla lista 21 dell’ambientalista indigeno Yaku Pérez (lista Pachakutik), con il 19,38%. A seguito di questi risultati, si sarebbe dovuto procedere al ballottaggio, in effetti previsto per l’11 aprile 2021. Però, un ricorso di Pérez riguardante presunti brogli ha determinato un incontro con Lasso e la formulazione di una proposta di ricontare circa sei milioni di voti: il 100% della provincia di Guayas, ed il 50% di quelli in altre 16 province.

La riunione del Cne di ieri sera

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La presidente del Cne, Diana Atamaint

La presidente del Cne (Consejo Nacional Electoral), Diana Atamaint, ha in queste ore rilasciato una dichiarazione ufficiale alla stampa: “il plenum di questo organismo – ha spiegato – non dà risposta al progetto, non approva né respinge il piano messo a punto dai servizi giuridici dell’organismo per realizzare un nuovo scrutinio”. La mancata risposta del Cne è dovuta al fatto che durante l’incontro di ieri dei 5 membri del consiglio elettorale dell’Ecuador, due hanno votato a favore, uno contro, un quarto si è astenuto, ed un quinto ha lasciato l’aula per protesta prima del voto.  Una riunione la scorsa settimana nella sede del Consiglio nazionale elettorale tra membri del Cne e candidati alle presidenziali, aveva portato ad un accordo per un nuovo scrutinio del 100% dei voti della provincia di Guayas e del 50% in altre 16 province.

Le azioni dei candidati

Nonostante l’accordo, il candidato della lista 18, Lasso, domenica ha cambiato le carte in tavola, chiedendo di ufficializzare prima di tutto il risultato del primo turno, e poi di ridurre le province coinvolte nella verifica da 17 a 7.

Pérez, invece, ha protestato perché il Cne non ha preso una posizione sulla verifica dei voti, e così ha annunciato azioni per spingere il Cne ad agire.

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Eln, Esercito di liberazione nazionale in Colombia

Dal canto suo, Arauz, vincitore del primo turno delle presidenziali, accusato di corruzione di gruppi terroristici per vincere le elezioni, ha detto: “Quelli che hanno governato il Paese insieme al presidente Lenin Moreno vogliono rimanere aggrappati al potere ed hanno cercato di squalificare per via antidemocratica la nostra candidatura. E adesso con menzogne vogliono esercitare pressioni sul sistema giudiziario per un nuovo episodio di persecuzione”. Inoltre, in merito al video in cui presunti guerriglieri dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) della Colombia annunciavano di sostenerlo e di avergli offerto un prestito di 80.000 dollari per la campagna elettorale, ha aggiunto: “è palesemente un falso, già denunciato. Perfino un ornitologo di fama internazionale ha assicurato che gli uccelli che si sentono cinguettare nel video non esistono in Colombia ma vivono nel bosco secco dell’Ecuador”.

Le reazioni dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa)

Dinanzi a una situazione critica per lo Stato dell’Ecuador che non accenna a risolversi, l’Osa ha diffuso un comunicato in cui, attraverso la sua Missione di osservazione, “manifesta preoccupazione per la mancanza di direttive da parte delle autorità elettorali” in vista del ballottaggio presidenziale dell’11 aprile e si appella al Cne affinchè “fornisca informazioni precise e costanti sull’avanzamento del processo elettorale; chiarisca e comunichi cosa succederà nei prossimi giorni; offra garanzie di certezza e trasparenza alle forze politiche; protegga il materiale elettorale e garantisca il rispetto del calendario elettorale in vista del ballottaggio dell’11 aprile”.

 

Elecciones en Ecuador: ¿Arauz con los terroristas? Los pájaros lo aclaran

Quito, 17 de febrero de 2021 – El 7 de febrero se realizaron las elecciones ecuatorianas, en las que el candidato de la lista 1 a 5, Andrés Arauz (Unes), obtuvo una mayoría relativa con el 32,71% de los votos; seguido casi por igual por la lista 18 del conservador Guillermo Lasso (Creo-Psc), que obtuvo el 19,74% y por la lista 21 del ambientalista indígena Yaku Pérez (lista Pachakutik), con el 19,38%. A raíz de estos resultados, la votación debería haberse realizado, efectivamente prevista para el 11 de abril de 2021. Sin embargo, una apelación de Pérez por presunto fraude resultó en una reunión con Lasso y la formulación de una propuesta para el recuento de unos seis millones de votos: el 100% de los provincias de Guayas, y el 50% de las de otras 16 provincias.

El encuentro del Cne anoche

La presidenta del Cne (Consejo Nacional Electoral), Diana Atamaint, ha emitido en estas horas un comunicado oficial a la prensa: “el pleno de este organismo -explicó- no responde al proyecto, ni aprueba ni rechaza el plan elaborado por los servicios legales del organismo para realizar una nueva votación”. La no respuesta del Cne se debe a que durante la reunión de ayer de los 5 miembros del consejo electoral de Ecuador, dos votaron a favor, uno en contra, un cuarto se abstuvo y un quinto salió del aula para protestar antes de la votación.

Una reunión la semana pasada en la sede del Consejo Nacional Electoral entre miembros del Cne y candidatos presidenciales, había llevado a un acuerdo para una nueva votación del 100% de los votos en la provincia de Guayas y del 50% en otras 16 provincias.

Las acciones de los candidatos

Pese al acuerdo, el candidato de la lista 18, Lasso, cambió las cartas sobre la mesa el domingo, pidiendo formalizar primero el resultado de la primera vuelta, y luego reducir las provincias involucradas en la verificación de 17 a 7.

Pérez, en cambio, protestó porque el Cne no se pronunció sobre la verificación de los votos, por lo que anunció acciones para empujar al Cne a actuar.

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Il presidente uscente dell’Ecuador, Lenín Moreno

Por su parte, Arauz, ganador de la primera vuelta de las elecciones presidenciales, acusado de sobornar a grupos terroristas para ganar las elecciones, dijo: “Los que gobernaron el país junto con el presidente Lenin Moreno quieren mantenerse en el poder y han intentado descalificar por nuestra candidatura fue antidemocrática. Y ahora con mentiras quieren presionar al sistema judicial para un nuevo episodio de persecución”. Además, respecto al video en el que presuntos guerrilleros del Ejército de Liberación Nacional (ELN) de Colombia anunciaron que lo apoyaban y que le habían ofrecido un préstamo de 80.000 dólares para la campaña electoral, agregó: “claramente es una falsificación, ya informado. Incluso un ornitólogo de renombre internacional ha asegurado que los pájaros que se escuchan piar en el video no existen en Colombia sino que viven en el bosque seco ecuatoriano”.

Las reacciones de la Organización de Estados Americanos (Osa)

il presidente uscente dell'Ecuador, Lenín Moreno
Organizzazione degli Stati americani (Osa)

Ante una situación crítica para el Estado ecuatoriano que no da señales de resolverse, la OSA emitió un comunicado en el que, a través de su Misión de Observación, “expresa preocupación por la falta de directivas de las autoridades electorales” ante la presidencia votación del 11 de abril y hace un llamamiento al Cne para que “proporcione información precisa y constante sobre la marcha del proceso electoral; aclarar y comunicar lo que ocurrirá en los próximos días; ofrece garantías de certeza y transparencia a las fuerzas políticas; proteger el material electoral y velar por el cumplimiento del calendario electoral con vistas a la votación del 11 de abril”.

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