Ecuador: conflitto armato interno

Ecuador nel caos, scontri, morti e feriti. Gli Usa offrono sostegno. E’ caccia al capo narcos Fito

Quito 10 gennaio 2023 –  Almeno dieci persone sono morte, tra cui due agenti della Polizia nazionale ecuadoriana, e tre sono rimaste ferite, negli scontri scoppiati nel quadro del “conflitto armato interno” dichiarato da Quito a causa della spirale di violenza scatenata da gruppi “narcoterroristici”.

Inizialmente, si era parlato della morte di otto persone e di tre feriti, tra cui un agente di polizia a Guayaquil: a riferire erano state le forze di polizia in una conferenza stampa tenuta con il sindaco della città, Aquiles Álvarez. In un successivo comunicato, la polizia ha denunciato la morte di due agenti “vilmente assassinati da criminali armati” nella località di Nobol, nella regione di Guayas: “Non ci fermeremo finché non troveremo i responsabili di questo atto criminale”, ha scritto sui social.

Gli agenti sono riusciti ad arrestare 14 persone sospettate di aver partecipato agli scontri scoppiati con l’irruzione in cinque ospedali e nella sede della TC Televisión da parte di un gruppo di uomini armati incappucciati. La Procura del paese ha riferito su X che perseguirà tredici persone per reato di terrorismo: sono accusate di essere entrate in armi nelle strutture della stazione televisiva dove hanno tenuto in ostaggio il personale della testata mediatica.

Conflitto armato interno. Sono 21 gruppi criminali transnazionali

Nel decreto firmato ieri sulla dichiarazione di conflitto armato interno in Ecuador ad integrazione di quello con cui ha introdotto uno stato di emergenza per 60 giorni, il presidente Daniel Noboa ha elencato la presenza sul territorio nazionale di ben 21 gruppi del crimine organizzato transnazionale, caratterizzati come «organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti». L’articolo 3 del decreto dispone «l’immediata mobilitazione e intervento delle Forze Armate e della Polizia sul territorio ecuadoriano per garantirne la sovranità e l’integrità». Alle forze dell’ordine l’articolo 4 del decreto ordina l’identificazione e la neutralizzazione dei seguenti gruppi: Aguilas, AguilarKiller, AK47, Dark Knights, ChoneKiller, Choneros, Corvicheros, Cuartel de las Feas, Cubanos, Fatales, Gánster, Kater Piler, Lagartos, Latin Kings, Lobos, Los p .27, Los Tiburones, Mafia 18, Mafia Trébol, Patrones, R7 e Tiguerones 

Tutto è cominciato con la rivolta nelle carceri

Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il Paese dopo l’evasione del nemico pubblico n.1, Adolfo Macias, alias «Fito», capo della più grande gang di narcotraffico, e dopo le rivolte in alcune prigioni. «Ho appena firmato il decreto sullo stato d’emergenza affinché le forze dell’ordine abbiano tutto il sostegno politico e giuridico nelle loro azioni», ha reso noto Noboa su Instagram. L’esercito è così autorizzato a mantenere l’ordine pubblico nelle strade e nelle prigioni del Paese dove è stato anche imposto il coprifuoco notturno tra le 23 e le 5 del mattino ora locale.

Stati Uniti al fianco dell’Ecuador

Il capo della diplomazia statunitense per l’America Latina, Brian Nichols, ha espresso la sua «estrema preoccupazione» per l’ondata di violenza che sta colpendo l’Ecuador, dove si sono verificati rapimenti, esplosioni e fughe di detenuti legati al traffico di droga.
«Gli Stati Uniti sostengono il popolo dell’Ecuador. Siamo pronti a fornire assistenza al governo ecuadoriano e rimarremo in stretto contatto con la squadra del presidente Daniel Noboa per quanto riguarda il nostro sostegno», ha scritto Nichols sui social.

Fito il trafficante che tiene in scacco l’Ecuador (fonte Agi)

Fito è il trafficante laureato in giurisprudenza in carcere, dove stava scontando una pena di 34 anni per i reati di possesso di armi, traffico di droga, criminalita’ organizzata e omicidio. La sua ascesa alla guida della gang è stata accompagnata dalla frammentazione del gruppo, che fino alla morte di Zambrano aveva riunito buona parte delle organizzazioni minori.

Secondo Insight Crime, gli ultimi cambiamenti nella leadership di Los Choneros “hanno innescato lotte intestine all’interno del gruppo e dei suoi sottogruppi”. Bande come Tiguerones e Chone Killers si sono staccate e sono entrate in conflitto tra loro. Il centro studi sottolinea che i Choneros “hanno progressivamente perso il potere a favore di un’alleanza guidata da Los Lobos”, il cui leader è evaso anche lui da una prigione a Riobamba.

I choneros, un tempo dediti alla criminalita’ tradizionale con atti di pirateria in alto mare, hanno poi creato legami con i narcotrafficanti colombiani e poi messicani. Secondo l’Osservatorio ecuadoriano sulla criminalita’ organizzata, attualmente hanno legami con i cartelli di Sinaloa, con il Gulf Clan (principale grande esportatore di cocaina al mondo) e con organizzazioni balcaniche.

Sui social network, i Choneros si presentano come benefattori in stile Robin Hood e producono video che inneggiano al traffico di droga, minacciano i giornalisti e lanciano avvertimenti ad altre gang. Da parte sua Fito e’ accusato di essere il mandante dell’assassinio del candidato alla presidenza Fernando Villavicencio, ucciso a colpi a colpi di arma da fuoco in agosto da un sicario colombiano. Non è stato condannato Fito per quel crimine, ma il governo dell’allora presidente Guillermo Lasso (2021-2023) ha ordinato il suo trasferimento in un carcere di massima sicurezza, in una spettacolare operazione delle forze dell’ordine che ha scatenato le proteste dei detenuti. Ma dopo poco, grazie a una serie di cavilli legali, Fito e’ tornato nel suo feudo, la prigione regionale di Guayaquil. Adesso la sua fotografia con la scritta “ricercato” circola di nuovo in tutto l’Ecuador, insieme a una lunga scia di sangue.

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spagna

Ecuador: conflicto armado interno

Ecuador en el caos, enfrentamientos, muertos y heridos. Estados Unidos ofrece apoyo. Caza del jefe narcos Fito

Quito 10 de enero de 2023 – Al menos diez personas murieron, entre ellas dos agentes de la Policía Nacional Ecuatoriana, y tres resultaron heridas, en los enfrentamientos que estallaron en el marco del “conflicto armado interno” declarado por Quito a causa de la espiral de violencia desencadenada por grupos “Narcóticos y Terroristas”.

Inicialmente, se había hablado de la muerte de ocho personas y de tres heridos, entre ellos un oficial de policía en Guayaquil: fueron las fuerzas policiales quienes informaron en una conferencia de prensa celebrada con el alcalde de la ciudad, Aquiles Álvarez. En un comunicado posterior, la policía denunció la muerte de dos agentes “vilmente asesinados por criminales armados” en la localidad de Nobol, en la región de Guayas: “No nos detendremos hasta encontrar a los responsables de este acto criminal”, escribió en las redes sociales.

Los agentes lograron detener a 14 personas sospechosas de haber participado en los enfrentamientos que estallaron con la irrupción en cinco hospitales y en la sede de TC Televisión por parte de un grupo de hombres armados encapuchados. La Fiscalía del país ha informado sobre X que procesará a trece personas por delito de terrorismo: se les acusa de haber entrado en armas en las instalaciones de la estación televisiva donde han tenido como rehén al personal de la cabecera mediática.

Conflicto armado interno. Son 21 grupos criminales transnacionales

En el decreto firmado ayer sobre la declaración de conflicto armado interno en Ecuador como complemento de aquel con el que introdujo un estado de emergencia durante 60 días, El presidente Daniel Noboa enumeró la presencia en el territorio nacional de 21 grupos de delincuencia organizada transnacional, caracterizados como «organizaciones terroristas y agentes beligerantes no estatales». El artículo 3 del decreto dispone «la inmediata movilización e intervención de las Fuerzas Armadas y de la Policía en el territorio ecuatoriano para garantizar su soberanía e integridad». Alle forze dell’ordine l’articolo 4 del decreto ordina l’identificazione e la neutralizzazione dei seguenti gruppi: Aguilas, AguilarKiller, AK47, Dark Knights, ChoneKiller, Choneros, Corvicheros, Cuartel de las Feas, Cubanos, Fatales, Gánster, Kater Piler, Lagartos, Latin Kings, Lobos, Los p . 27, Los Tiburones, Mafia 18, Mafia Trébol, Patrones, R7 y Tiguerones

Todo comenzó con los disturbios en las cárceles

El presidente de Ecuador, Daniel Noboa, declaró el estado de emergencia en todo el país después de la fuga del enemigo público n.1, Adolfo Macias, alias «Fito», jefe de la mayor banda de narcotráfico, y después de los disturbios en algunas cárceles. «Acabo de firmar el decreto sobre el estado de emergencia para que las fuerzas del orden tengan todo el apoyo político y jurídico en sus acciones», anunció Noboa en Instagram. El ejército está así autorizado a mantener el orden público en las calles y cárceles del país donde también se impuso el toque de queda nocturno entre las 23 y las 5 de la mañana hora local.

Estados Unidos al lado de Ecuador

El jefe de la diplomacia estadounidense para América Latina, Brian Nichols, ha expresado su «extrema preocupación» por la ola de violencia que está azotando a Ecuador, donde se han producido secuestros, explosiones y fugas de presos relacionados con el tráfico de drogas.
Estados Unidos apoya al pueblo de Ecuador. Estamos dispuestos a ayudar al gobierno ecuatoriano y seguiremos en estrecho contacto con el equipo del presidente Daniel Noboa en cuanto a nuestro apoyo», escribió Nichols en las redes sociales.

Fito el traficante que mantiene en jaque a Ecuador (fuente Agi)

Fito es el traficante licenciado en derecho en la cárcel, donde estaba cumpliendo una pena de 34 años por cargos de posesión de armas, tráfico de drogas, crimen organizado y asesinato. Su ascenso a la dirección de la banda estuvo acompañado por la fragmentación del grupo, que hasta la muerte de Zambrano había reunido a buena parte de las organizaciones menores.

Según Insight Crime, los últimos cambios en el liderazgo de Los Choneros “han desencadenado luchas internas dentro del grupo y sus subgrupos”. Bandas como Tiguerones y Chone Killers se separaron y entraron en conflicto entre sí. El centro de estudios destaca que los Choneros “han perdido progresivamente el poder a favor de una alianza dirigida por Los Lobos”, cuyo líder también escapó de una prisión en Riobamba.

Los choneros, antiguamente dedicados a la criminalidad tradicional con actos de piratería en alta mar, luego crearon vínculos con los narcotraficantes colombianos y luego mexicanos. Según el Observatorio ecuatoriano sobre la criminalidad organizada, actualmente tienen vínculos con los carteles de Sinaloa, con el Gulf Clan (principal exportador de cocaína del mundo) y con organizaciones balcánicas.

En las redes sociales, los Choneros se presentan como benefactores al estilo de Robin Hood y producen videos que alaban el tráfico de drogas, amenazan a los periodistas y advierten a otras bandas. Por su parte, Fito es acusado de ser el autor del asesinato del candidato presidencial Fernando Villavicencio, asesinado a tiros en agosto por un sicario colombiano. Fito no fue condenado por ese crimen, pero el gobierno del entonces presidente Guillermo Lasso (2021-2023) ordenó su traslado a una prisión de máxima seguridad, en una operación espectacular de las fuerzas del orden que provocó las protestas de los detenidos. Pero poco después, gracias a una serie de tecnicismos legales, Fito volvió a su feudo, la prisión regional de Guayaquil. Ahora su fotografía con la inscripción “buscado” circula de nuevo por todo Ecuador, junto con un largo rastro de sangre.

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