Ecuador, cientos de barcos pesqueros chinos frente a Galápagos: Alarma!!

Ecuador, cientos de barcos pesqueros chinos frente a Galápagos: Alarma!!

Quito, 15 de agosto – Ecuador pide ayuda a la comunidad internacional por la presencia de una flota extranjera, compuesta por más de 300 barcos pesqueros en su mayoría con bandera china, que lleva semanas estacionada en aguas internacionales cerca de la reserva marina de Galápagos.

Las autoridades ecuatorianas piden redoblar los esfuerzos de control de la pesca cerca del archipiélago. Ya a mediados de julio la Armada de Quito había informado de la presencia de las embarcaciones y la Cancillería había protestado con el gobierno chino. A fines de julio, el presidente Lenin Moreno regresó al poder: “Las Galápagos no son solo una de las zonas pesqueras más ricas, sino un semillero de vida, no solo para Ecuador, sino para todo el planeta, para la biodiversidad y Seguridad alimenticia “.

Ayer un grupo de activistas protestó frente a la embajada china en Quito denunciando la presencia de la flota asiática cerca de las Islas Encantadas.
Los ambientalistas han advertido que a pesar de que la flota extranjera está pescando fuera del Zeei, las especies pelágicas migratorias que van a Galápagos siguen amenazadas; y recordaron que la defensa de las tortugas marinas o especies de tiburones que abundan en esa región “no tiene fronteras ni banderas”. El ministro de Medio Ambiente, Paulo Proano, quien asistió a una reunión, a la que también asistieron autoridades de Colombia, Panamá y Costa Rica, expresó su preocupación de que la gran flota pesquera extranjera esté demasiado cerca de su Zona Económica Exclusiva (Zeei).

El temor es que la flota pueda afectar el frágil ecosistema de la reserva marina del archipiélago ecuatoriano. En 2017 una gran flota pesquera ilegal se había acercado a la Reserva Marina de Galápagos: 297 embarcaciones, una de las cuales, la Fu Yuan Yu Leng 999 – 99 metros de longhitud, tenía 300 toneladas de pesca prohibida en su bodega cuando fue parada, principalmente la de tiburones.

 

Ecuador, centinaia di pescherecci cinesi a largo delle Galapagos: è allarme.

Quito, 15 agosto  – L’Ecuador chiede aiuto alla comunità internazionale per la presenza di una flotta straniera, composta da oltre 300 pescherecci in gran parte battenti bandiera cinese, che staziona da settimane nelle acque internazionali vicino alla riserva marina delle Galapagos.
Le autorità ecuadoriane chiedono di raddoppiare gli sforzi di controllo della pesca vicino all’arcipelago. Già a metà luglio la Marina di Quito aveva segnalato la presenza delle imbarcazioni e il ministero degli Esteri aveva protestato con il governo cinese. A fine luglio il presidente Lenin Moreno era tornato alla carica: “Le Galapagos non sono solo una delle zone di pesca più ricche, ma un focolaio di vita, non solo per l’Ecuador, ma per l’intero pianeta, per la biodiversità e la sicurezza alimentare”.

Ieri un gruppo di attivisti ha protestato dinanzi all’ambasciata cinese a Quito denunciando la presenza della flotta asiatica vicino alle Islas Encantadas, le Isole Incantate. Gli ambientalisti hanno avvertito che, nonostante il fatto che la flotta straniera stia pescando al di fuori della Zeei, le specie pelagiche migratorie che vanno alle Galapagos sono comunque minacciate; e hanno ricordato che la difesa delle tartarughe marine o delle specie di squali che abbondano in quella regione “non ha confini o bandiere”. Il ministro dell’Ambiente, Paulo Proano, che ha partecipato ad un incontro, a cui hanno preso parte anche le autorità di Colombia, Panama e Costa Rica, ha espresso la preoccupazione per il fatto che la grande flotta peschereccia straniera sia troppo vicina alla sua Zona Economica Esclusiva (Zeei).

Il timore è che la flotta possa influenzare il fragile ecosistema della riserva marina dell’arcipelago ecuadoriano. Nel 2017 una grande flotta da pesca illegale si era avvicinata alla Riserva Marina delle Galapagos: 297 navi, una delle quali, il Fu Yuan Yu Leng 999 – 99 metri di lunghezza, quando fu fermata, aveva nella stiva 300 tonnellate di pesca vietata, in gran parte squali.

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