26 luglio
il 26 luglio a Roma foto Fb

26 luglio: il nostro miglior augurio, Cuba, è che tu possa tornare a vivere

Un 26 luglio diverso per Cuba. Un popolo magnifico che soffre mentre il mondo si divide, parla, manda messaggi di solidarietà ma nessun fatto concreto.

Milano, 26 luglio 2021 – Questo 26 luglio è diventato festa per i filo governativi e protesta per chi chiede libertà. È difficile non entrare nella sfera politica. Impossibile. Noi ci limiteremo a riportare i fatti. Da una parte assistiamo a manifestazioni per commemorare il 26 luglio, il giorno della rivoluzione castrista. Sotto le rappresentanze diplomatiche come l’Ambasciata di Cuba a Roma e il consolato a Milano i filogovernativi manifestano con le bandiere comuniste e striscioni in difesa del comunismo cubano. Dall’altra, come a Washington alla Casa Bianca e davanti la sede dell’ambasciata cubana, a Berlino, a Madrid e anche qui da noi in italia, ci sono quelli contro il governo cubano e contro il regime comunista. Senza bandiere di partito ma solo con quelle cubane. Con questi ultimi si sono schierati artisti, attori, cantanti cubani e buona parte del popolo: lo dimostrano le immagini.

Cosa chiedono i primi al grido “giù le mani da Cuba”: soprattutto di togliere l’embargo e su questo non si può che essere d’accordo. Cosa chiedono gli altri: la fine della dittatura e anche su questo non si può che essere d’accordo. Certamente è poco piacevole vedere lo scontro che si consuma sulla pelle dei fratelli cubani. Vergognoso. Anche perché le soluzioni sono palesi: stop al bloqueo e stop alla dittatura.  Ma Cuba resta il confine fra quello che resta dell’est e dell’ovest e di due modi di fare politica imperfetti. La democrazia oggi resta il miglior modo imperfetto di governare. La dittatura il peggiore e tutte le dittature lentamente vengono sgretolate dai popoli oppressi che oggi hanno un grande alleato: i canali social, difficili da controllare.

Noi stiamo col popolo cubano, contro la violenza e contro la repressione. E i numeri tristi di oggi parlano di oltre 700 manifestanti detenuti e di un numero imprecisato di vittime. Non ci piace pensare a una Cuba a stelle e strisce ma nemmeno ad una Cuba comunista (se non per scelte con libere elezioni). Ci piace pensare ad una Cuba cubana.

Gli aiuti

CITTÀ DEL MESSICO – (agenzia Ansa) Due navi della Marina militare messicana lasceranno presto il porto di Veracruz dirette a Cuba per trasportare ossigeno, cibo e medicine, mentre lo ha già fatto anche una petroliera della compagnia statale Pemex partita dal porto di Coatzacoalcos verso l’isola caraibica con un carico di carburante diesel. Lo riferisce la tv Milenio. Gli aiuti riguardano un programma di sostegno umanitario per Cuba, che attraversa gravi difficoltà sociali ed economiche, formulato ieri dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador. «Abbiamo preso la decisione – ha detto ieri il capo dello Stato nella sua conferenza stampa quotidiana – per solidarietà con Cuba colpita da embargo e sanzioni (statunitensi)». Spiegando che questo è coerente con la posizione espressa dal Messico nella recente votazione contro l’embargo imposto a Cuba, López Obrador ha colto «l’occasione per rivolgere un appello a tutti i Paesi del mondo affinché il rigetto delle sanzioni manifestata dal voto all’Onu si materializzi con aiuti umanitari al popolo cubano in difficoltà».

MOSCA  – (agenzia Ansa) Due aerei An-124 delle forze russe sono atterrati ieri sera all’aeroporto internazionale Jose Marti dell’Avana con 88 tonnellate di aiuti umanitari, tra cui carne, farina, olio vegetale e un milione di mascherine protettive inviate da Mosca. Lo scrive l’agenzia di stampa statale russa Tass. Ad accogliere il carico c’erano l’ambasciatore russo a Cuba, Andrey Guskov, e la ministra cubana del commercio interno, Betsy Diaz Velazquez.

Proteste scontri e manifestazioni

ROMA (Askanews) – Attentato terroristico a Parigi? Secondo il ministero degli Esteri cubano, l’attacco è avvenuto alle 23:45 (11:45) con tre molotov e l’incendio è stato spento dai funzionari della missione. «Denunciamo un attacco terroristico con bottiglie molotov alla nostra ambasciata a Parigi», ha dichiarato su Twitter il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez. «Ritengo il governo americano responsabile di queste incessanti campagne contro il nostro Paese che incoraggiano questo comportamento e invocano la violenza, impunemente, dal suo territorio». Durante lo scorso fine settimana e anche nella giornata di ieri, proteste pro e contro il governo cubano sono state organizzate in varie capitali in occasione della festa nazionale del 26 luglio, due settimane dopo le proteste antigovernative che hanno scosso l’isola.

Iniziative

(ANSA) L’appello di 100 intellettuali a Biden, via l’embargo. “Let Cuba Live”, lasciamo vivere Cuba: è intitolata così una lettera manifesto firmata da un centinaio di intellettuali e personalità del mondo della politica e dello spettacolo. Lettera rivolta al presidente americano Joe Biden affinchè ponga fine una volta per tutte al “bloqueo”, l’embargo varato dagli Usa contro il regime castrista nel 1962. Da Noam Chomsky, il grande vecchio della sinistra radicale americana, alle attrici-attiviste Susan Sarandon e Jane Fonda, passando dal regista Oliver Stone, dall’ex presidente brasiliano Luis Inacio Lula e dal leader laburista Jeremy Corbyn, l’appello rivolto all’inquilino della Casa Bianca è di firmare immediatamente un decreto per annullare innanzitutto le ulteriori sanzioni imposte dal predecessore Donald Trump che hanno dato il colpo di grazia al popolo cubano messo in ginocchio dalla pandemia. «Non c’è più motivo di mantenere in piedi politiche legate alla Guerra Fredda», si legge nella lettera in cui si invita Biden a proseguire sulla strada del disgelo con Cuba che era stata intrapresa da Barack Obama e che aveva come meta finale proprio la revoca dell’embargo economico e finanziario. Un embargo che viene definito immorale, irragionevole, specialmente in un periodo di pandemia. «È tempo di una svolta», la richiesta che quindi viene inviata a Biden, mentre a Cuba restano le tensioni legate a una crisi che continua a privare gran parte del popolo cubano di beni di prima necessità come cibo e medicinali. L’appello però giunge all’indomani di nuove sanzioni varate dall’amministrazione Biden per punire il regime di L’Avana per la repressione delle proteste delle ultime settimane. «E questo è solo l’inizio», ha sostenuto il presidente americano, gelando le speranze di una imminente ripresa del dialogo.

(AGI) Una ventina di Paesi guidati dagli Usa hanno chiesto a Cuba di rispettare i diritti umani e di liberare le persone detenute in seguito alle manifestazioni di protesta senza precedenti sull’isola. I Paesi chiedono al governo dell’Avana di “rispettare i diritti legalmente garantiti e le libertà del popolo cubano” e di “liberare le persone detenute per aver esercitato i loro diritti durante le manifestazioni pacifiche”. Oltre al segretario di Stato americano Antony Blinken, hanno firmato il comunicato i paesi conservatori dell’America Latina, Brasile, Colombia, ed Ecuador, mentre la Corea del Sud, alleata degli Stati Uniti, è l’unico Paese asiatico. Fra gli europei, ci sono Austria, Polonia e Grecia. Assenti invece altri alleati degli Usa come Regno Unito, Francia, Spagna, Canada e Giappone.

(ADNKRONOS) Raccolta firme online. A quanto riportato da una agenzia di stampa Adnkronos è arrivata a 420mila firme, in maggioranza di cubani in esilio, la petizione pubblicata su Change.org da un esule anti castrista che vive in Belgio per chiedere a Joe Biden di guidare un intervento militare a Cuba a sostegno del movimento di protesta esploso domenica scorsa nell’isola. «I cubani liberi nel mondo chiediamo un intervento militare per mettere fine alla mafia castrista e liberare il popolo cubano che vive sottoposto al terrore, la miseria, la fame e la costrizione», si legge nella petizione di Juvier-Hendrickx, fondatore di un’associazione per la difesa dei diritti umani. La petizione, indirizzata a Joe Biden, al Congresso Usa, alle Organizzazioni delle Americhe, all’Onu, al Parlamento Europeo ed alla Nato, fa riferimento «all’insostenibilità della situazione politica, economica ed umanitaria in cui vive il popolo cubano sotto il regime castrista da 62 anni».

26 de julio: nuestro mejor deseo, Cuba, es que puedas volver a vivir

Un 26 de julio diferente para Cuba Un pueblo magnífico que sufre mientras el mundo está dividido, habla, envía mensajes de solidaridad pero no hechos concretos.

Milán, 26 de julio de 2021 – Este 26 de julio se ha convertido en una celebración para el oficialismo y una protesta para quienes piden la libertad. Es difícil no entrar en la esfera política. Imposible. Solo informaremos los hechos. Por un lado, asistimos a manifestaciones para conmemorar el 26 de julio, día de la revolución castrista. Bajo representaciones diplomáticas como la Embajada de Cuba en Roma y el consulado en Milán, los pro-gobiernos se manifiestan con banderas y estandartes comunistas en defensa del comunismo cubano. Por otro lado, como en Washington en la Casa Blanca y frente a la embajada de Cuba, en Berlín, en Madrid y también aquí en Italia, están los contra el gobierno cubano y contra el régimen comunista. Sin banderas de partido pero solo con banderas cubanas. Artistas, actores, cantantes cubanos y gran parte del pueblo se han alineado con estos últimos: las imágenes así lo demuestran.

¿Qué preguntan los primeros al gritar “manos fuera de Cuba”?: sobre todo levantar el embargo y en esto solo podemos estar de acuerdo. Lo que otros piden: el fin de la dictadura y en esto también solo podemos estar de acuerdo. Ciertamente no es muy agradable ver el enfrentamiento que se produce en la piel de los hermanos cubanos. Vergonzoso. También porque las soluciones son claras: detener el bloqueo y detener la dictadura. Pero Cuba sigue siendo la frontera entre lo que queda de Oriente y Occidente y de dos formas imperfectas de hacer política. La democracia sigue siendo hoy la mejor forma imperfecta de gobernar. La peor dictadura y todas las dictaduras están siendo desmoronadas lentamente por los pueblos oprimidos que hoy tienen un gran aliado: los canales sociales, difíciles de controlar.

Apoyamos al pueblo cubano, contra la violencia y contra la represión. Y las cifras tristes de hoy hablan de más de 700 manifestantes detenidos y un número indeterminado de víctimas. No nos gusta pensar en una Cuba de barras y estrellas pero tampoco en una Cuba comunista (si no fuera por opciones con elecciones libres). Nos gusta pensar en una Cuba cubana.

Ayuda

CIUDAD DE MÉXICO – (Agencia Ansa) Dos barcos de la Armada de México pronto saldrán del puerto de Veracruz con destino a Cuba para transportar oxígeno, alimentos y medicinas, mientras que un petrolero de la empresa estatal Pemex ya partió del puerto de Coatzacoalcos hacia Cuba. Isla del Caribe con una carga de combustible diesel. Milenio TV lo informa. La ayuda se refiere a un programa de apoyo humanitario para Cuba, que atraviesa serias dificultades sociales y económicas, formulado ayer por el presidente de México, Andrés Manuel López Obrador. “Tomamos la decisión – dijo ayer el jefe de Estado en su rueda de prensa diaria – por solidaridad con Cuba golpeada por embargos y sanciones (estadounidenses)”. Explicando que esto es coherente con la posición expresada por México en la reciente votación contra el bloqueo impuesto a Cuba, López Obrador aprovechó “la oportunidad para apelar a todos los países del mundo para que el rechazo a las sanciones manifestado por la votación en el ONU se materializa con ayuda humanitaria al pueblo cubano en dificultad ».

MOSCÚ – (Agencia Ansa) Dos aviones An-124 de las fuerzas rusas aterrizaron anoche en el Aeropuerto Internacional José Martí de La Habana con 88 toneladas de ayuda humanitaria, entre carne, harina, aceite vegetal y un millón de máscaras protectoras enviadas por Fly. Escribe la agencia de noticias estatal rusa Tass. Recibieron el cargamento el embajador de Rusia en Cuba, Andrey Guskov, y la ministra cubana de Comercio Interior, Betsy Díaz Velázquez.

Protestas, enfrentamientos y manifestaciones

ROMA (Askanews) – ¿Ataque terrorista en París? Según la Cancillería cubana, el ataque se produjo a las 11:45 pm (11:45 am) con tres cócteles Molotov y el fuego fue extinguido por funcionarios de la misión. “Denunciamos un ataque terrorista con cócteles Molotov en nuestra embajada en París”, dijo en Twitter el canciller cubano, Bruno Rodríguez. “Hago responsable al gobierno estadounidense de estas implacables campañas contra nuestro país que fomentan este comportamiento y llaman a la violencia, con impunidad, desde su territorio”. Durante el pasado fin de semana y también ayer, se organizaron protestas a favor y en contra del gobierno cubano en varias capitales con motivo de la fiesta nacional del 26 de julio, dos semanas después de las protestas antigubernamentales que sacudieron la isla.

Iniciativas

(ANSA) La apelación de 100 intelectuales a Biden, sobre el embargo. “Dejemos vivir a Cuba”, dejamos vivir a Cuba: así se titula un manifiesto firmado por un centenar de intelectuales y personalidades del mundo de la política y el espectáculo. Carta dirigida al presidente de Estados Unidos, Joe Biden, para poner fin de una vez por todas al “bloqueo”, el embargo lanzado por Estados Unidos contra el régimen de Castro en 1962. De Noam Chomsky, el gran anciano de la izquierda radical estadounidense, a la actriz -activistas Susan Sarandon y Jane Fonda, pasando por el director Oliver Stone, el ex presidente brasileño Luis Inácio Lula y el líder laborista Jeremy Corbyn, el llamamiento al inquilino de la Casa Blanca es que firme de inmediato un decreto para cancelar primero las sanciones adicionales impuestas por su predecesor Donald Trump que dio el golpe de gracia al pueblo cubano que se arrodilló por la pandemia. “Ya no hay razón para mantener políticas vinculadas a la Guerra Fría”, se lee en la carta invitando a Biden a continuar en el camino del deshielo con Cuba que había emprendido Barack Obama y que tenía como objetivo final el levantamiento del embargo económico y financiero. Un embargo que se define como inmoral, irrazonable, especialmente en un período de pandemia. “Es hora de un punto de inflexión”, la solicitud que luego se envía a Biden, mientras en Cuba persisten las tensiones vinculadas a una crisis que sigue privando a gran parte del pueblo cubano de necesidades básicas como alimentos y medicinas. Sin embargo, la apelación se produce a raíz de las nuevas sanciones aprobadas por la administración Biden para castigar al régimen de La Habana por reprimir las protestas en las últimas semanas. “Y esto es solo el comienzo”, dijo el presidente estadounidense, enfriando las esperanzas de una inminente reanudación del diálogo.

(AGI) Una veintena de países liderados por Estados Unidos le han pedido a Cuba que respete los derechos humanos y libere a las personas detenidas luego de protestas sin precedentes en la isla. Los países piden al gobierno de La Habana “respetar los derechos y libertades legalmente garantizados del pueblo cubano” y “liberar a los detenidos por ejercer sus derechos durante manifestaciones pacíficas”. Además del secretario de Estado de Estados Unidos, Antony Blinken, los países conservadores de América Latina, Brasil, Colombia y Ecuador firmaron el comunicado, mientras que Corea del Sur, aliado de Estados Unidos, es el único país asiático. Entre los europeos, se encuentran Austria, Polonia y Grecia. Por otro lado, otros aliados de Estados Unidos como Reino Unido, Francia, España, Canadá y Japón están ausentes.

(ADNKRONOS) Recopilación de firmas en línea. Según una agencia de noticias Adnkronos, la petición publicada en Change.org por un exiliado anticastrista afincado en Bélgica para pedirle a Joe Biden que lidere una intervención militar en Cuba ha alcanzado 420 mil firmas, en su mayoría cubanos en el exilio en apoyo a la protesta. movimiento que estalló en la isla el pasado domingo. “Los cubanos libres del mundo piden una intervención militar para acabar con la mafia castrista y liberar al pueblo cubano que vive sometido al terror, la miseria, el hambre y la coacción”, se lee en la petición de Juvier-Hendrickx, fundador de una asociación para la defensa de los derechos humanos. La petición, dirigida a Joe Biden, el Congreso de los Estados Unidos, las Organizaciones de las Américas, la ONU, el Parlamento Europeo y la OTAN, se refiere a ”la insostenibilidad de la situación política, económica y humanitaria en la que vive el pueblo cubano bajo el régimen de Castro, desde hace 62 años”.

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